di Alessandro Marieni, Antonella Maria Anzani, Beatrice Zambiasi.
Introduzione
Il servizio ecosistemico ed il relativo pagamento, denominato PES PESCA 4.0, è un’attività concreta che è andata sviluppandosi negli ultimi anni, a partire da due importanti progetti cofinanziati da Fondazione Cariplo: Progetto L.A.Cus.T.R.E. ed ECOPAY CONNENCT 2020 che hanno visto coinvolto il territorio bresciano del Garda.
Il Parco Alto Garda Bresciano ha svolto un ruolo chiave nel concretizzare nuove strategie di gestione della risorsa ittica, in un’ottica di sostenibilità dell’accesso alla pesca, sia dilettantistica che professionale, e dello sviluppo di una filiera ed un indotto responsabile e virtuoso.
La denominazione del PES è mutuata da un movimento, denominato appunto Pesca 4.0, animato da diversi soggetti afferenti al comparto della pesca dilettantistica che ha coinvolto una parte del settore della pesca professionale, fermamente convinto della necessità di un’evoluzione culturale radicale nella gestione di questo articolato e delicato settore, dove necessità di conservazione ed utilizzo della risorsa ittica negli ultimi anni hanno generato non pochi conflitti.
La peculiarità e la forza di questo schema PES nasce pertanto dalla base: il Parco Alto Garda Bresciano è stato infatti individuato ed attivato da alcuni soggetti promotori del movimento che hanno collaborato attivamente alle attività ed agli interventi di recupero ambientale del torrente Toscolano (Tocolano Maderno – progetto L.A.Cus.T.R.E.) che tra il 2015 ed il 2017 hanno portato al recupero della funzionalità idraulica del corpo idrico e che hanno poi trovato spazio nelle attività di sviluppo del successivo progetto del Parco (ECOPAY CONNECT2020). Negli anni i risultati ottenuti hanno mostrato effetti che sono andati oltre ogni più rosea aspettativa: le trote lacustri hanno infatti ricominciato ad utilizzare questo torrente quale sito riproduttivo che fino alla realizzazione dei lavori risultava compromesso, risalendo nel periodo invernale dal lago per deporre le uova. Senza altre azioni da parte dell’uomo, se non il recupero della funzionalità di questo torrente, i pesci selvatici hanno dimostrato una pressoché istantanea riappropriazione del sito quale habitat per completare il proprio ciclo vitale. Prima dei lavori, infatti, i pesci si radunavano presso la foce, ma non riuscivano a portare a buon fine la rimonta riproduttiva a causa di problemi di percorribilità del tratto fluviale dal lago ai siti di riproduzione. Quindi grazie ad un progetto segnalato e promosso dai pescatori, che da tempo lamentavano questa problematica, le istituzioni locali si sono attivate predisponendo con i propri tecnici un progetto ad hoc. Sono stati così attuati degli interventi estensivi adottando tipologici a basso costo di realizzazione. Il risultato è stato eccezionale: in cinque anni è aumentato in modo esponenziale il successo riproduttivo della trota lacustre. Presso le rive del lago, nel litorale tra Toscolano Maderno e Gargnano, le segnalazioni di catture di trote lacustri sono andate aumentando e l’incremento è stato notato anche dai pescatori di professione.
I monitoraggi hanno messo in evidenza come le norme che regolamentano la pesca nel lago necessitino di un adeguamento al fine di essere sufficientemente cautelative nei confronti della trota lacustre. Attualmente, infatti, la pesca di questo pesce è consentita dal 15 di gennaio, ma le indagini hanno evidenziato come la rimonta riproduttiva interessi anche tutto il mese di febbraio. La pesca si sovrappone pertanto al periodo riproduttivo e dalle discussioni coi pescatori è emerso che alcuni operatori del settore posavano legalmente delle reti alla foce nonostante le trote stessero ancora risalendo.
Il Paro Alto Garda Bresciano si è fatto portavoce di questa problematica nelle sedi di competenza ottenendo un concreto impegno nella revisione e nell’adeguamento del regolamento che tuttavia, interessando l’intero lago di Garda, risulta di carattere interregionale e sottoposto ad un procedimento amministrativo non immediato. Al fine di poter arginare il fenomeno, i pescatori hanno proposto al Parco di avviare e sostenere una politica basata sull’autoregolamentazione da parte di pescatori virtuosi, dandone massima divulgazione e pubblicizzazione in modo da rendere conveniente per tutti il rispetto di regole di pesca più restrittive di quanto le norme consentano. È stato così messo a punto un sistema, a base volontaria, basato su un accesso ad un servizio ecosistemico di approvvigionamento che consiste in un prelievo sostenibile di risorse che non intacchino lo stock.
Il sistema inoltre, sviluppato in stretta cooperazione con la componente tecnica che si occupa dello studio e del monitoraggio del fenomeno della rimonta riproduttiva delle trote lacustri, va nella direzione di sostenere attivamente anche azioni e progetti volti a garantire la piena espressione del potenziale ittiogenico naturale, introducendo un cambio di rotta anche in questo settore gestionale. Tradizionalmente, infatti, l’accesso agli stock ittici in acque interne è stato fondato sul concetto di regolamentazione del prelievo e di sostegno artificiale dello stesso mediante attività ittiogeniche di ripopolamento, secondo un meccanismo che a fronte di un certo quantitativo di prelievo prevedeva un congruo rimpiazzo con pesce prodotto in allevamento. La logica che ha iniziato ad essere sviluppata, invece, è ben più complessa e si fonda sulla convinzione, suffragata da dati scientifici oggettivi, che garantire l’espressione del ciclo biologico naturale in ambiente permette di rafforzare lo stock selvatico in modo migliore e più efficace. L’equilibrio per una buona riuscita dell’azione sta nel definire come e quanto si possa prelevare dallo stock senza intaccare il capitale naturale ed è inevitabile che, quantomeno in una prima fase, questo si traduca in una riduzione del prelievo. In questo consiste la quota di investimento: a fronte di una riduzione di pescato oggi e di una maggior tutela delle dinamiche riproduttive in senso lato che coinvolgono sia specie che habitat, l’incremento dello stock permetterà in futuro recuperi economici sia in termini di incremento di prelievo responsabile, che di qualità dello stesso. Non si tratta di una semplice ipotesi, ma i risultati concreti dimostrano come i tempi di recupero degli stock siano anche più brevi di quanto prospettato in via teorica, segno che la strategia è senza dubbio vincente da questo punto di vista. L’assunto chiave prevede pertanto lo sviluppo di un comparto pesca che da semplice utilizzatore di una risorsa diviene attore, promotore e garante del corretto funzionamento di un ecosistema che, se in salute, svolge pienamente anche un importante servizio economico.
Vediamo ora nel dettaglio come si articola lo schema operativo.
Descrizione
Si tratta di un Servizio Ecosistemico di tipo PROVISIONING, legato alla VARIABILITÀ ECOLOGICA che deriva dal mantenimento in equilibrio e dalla piena espressione del potenziale ittiogenico selvatico del lago di Garda. Questo aspetto ecosistemico garantisce lo sviluppo nel tempo di adeguati stock ittici selvatici preservando la biodiversità e garantendo la possibilità di un approvvigionamento sostenibile della risorsa.
L’espressione della corretta funzione economica di questo servizio concretamente si realizza attraverso l’attuazione di comportamenti responsabili, guidati da principi scientifici oggettivi, provati e misurabili, volti ad una gestione attiva e virtuosa degli stock ittici da parte degli utilizzatori della risorsa. I vari elementi della filiera produttiva della pesca professionale, della lavorazione, della trasformazione, della distribuzione ed in fine del consumatore, sono parte attiva del processo di conservazione e gestione della risorsa. I soggetti della filiera prendono parte all’attuazione di attività di sostegno ed incentivo della capacità ittiogenica del lago, inteso come complesso ecosistemico in continuità con il reticolo idrografico e gli ambienti di transizione.
Come si realizza
Il processo parte da una consapevolezza e da una presa di coscienza che parte dalla conoscenza dell’autoecologia delle diverse specie ittiche del lago di Garda e ad una conseguente autoregolamentazione dei sistemi di prelievo, intesi come pressione sugli stock. Il sistema di prelievo, infatti, va oltre il semplice rispetto di norme e regolamentazioni che sempre più frequentemente si dimostrano inadeguate e statiche rispetto ad una realtà ambientale instabile e sempre più mutevole nel tempo anche per via dei cambiamenti climatici in atto. In primis i pescatori di professione adottano comportamenti davvero efficaci per la salvaguardia delle specie, facendo ricorso a tecniche, tempi e modalità di pesca che salvaguardino il reclutamento naturale e l’espressione dei cicli biologici delle specie selvatiche.
La filiera che ne consegue riconosce questo valore e si occupa del consolidamento dei concetti cardine attraverso forme di comunicazione mirate attraverso strategie di marketing.
Chi sono i soggetti attivi
I soggetti attivi sono rappresentati dalla componente antropica che a livelli diversi interagisce con il servizio. Nel sistema sono stati individuati 5 livelli diversi di attori:
- Ente pubblico con ruolo di coordinatore e garante dell’ambiente e della collettività
(CM Parco Alto Garda Bresciano) - Filiera della pesca con ruolo di primo stakeholder
(Singoli pescatori professionali, rete di distribuzione locale, rete di ristoratori ed albergatori) - Consumatori ed utilizzatori finali
(Singoli utenti ed usufruitori del prodotto) - Componente tecnico-scientifica
(Tecnici con competenze specifiche in materia di idrobiologia, ittiologia e gestione ambientale) - Componente marketing e culturale
(Slowfood, operatori del settore della comunicazione, Grants Fondazione Cariplo)
P.E.S.
Il sistema permette non solo un accesso sostenibile della risorsa, ma prevede anche azioni dirette da parte degli attori per il mantenimento della risorsa stessa. Al pesce, all’interno dei diversi passaggi della filiera, viene associato un congruo prezzo derivante dal solo mercato di qualità e di nicchia ad esso associato e non gravato da sovraprezzi. Il prodotto viene riconosciuto nella filiera da un marchio identificativo specifico che ne garantisce la provenienza dal sistema descritto. L’utente che acquista prodotti del marchio ha la consapevolezza di beneficiare di elevata qualità e di contribuire alla buona pratica di gestione del pesce e del suo ambiente.Il pagamento del servizio ecosistemico è a carico dei soggetti aderenti al marchio identificativo stesso e si identifica mediante la disponibilità di giornate/uomo prestate all’attuazione di attività ittiogeniche previste dai piani stabiliti dall’ente parco ovvero alla possibilità di offrire supporto tecnico e logistico in progettualità di più ampio respiro ovvero di contribuire direttamente al supporto delle attività di censimento e monitoraggio, anche attraverso la condivisione di programmi specifici che prevedano la compilazione di report, statistiche o raccolte dati in genere.
