di Monica Brenga
Il progetto è orientato alla conservazione della biodiversità e al potenziamento della connessione ecologica su vasta scala nella provincia di Varese e prevede l’attuzione di 21 interventi, condotti da un partenariato composto da tutti gli enti istituzionali territorialmente competenti e da associazioni ambientaliste, quali Provincia e Comune di Varese, Comunità Montana Valli del Verbano, Università dell’Insubria, Oikos, Legambiente, Lipu-BirdLife italia coordinati dal Parco regionale Campo dei Fiori, con la partecipazione di alcuni Comuni e di aziende agricole e società private.
Gli interventi sono oggetto di attenta progettazione e vengono costantemente monitorati per verificare il reale beneficio per la fauna e per la flora, ed interessano un’area molto vasta, a nord sino al confine svizzero con la Val Veddasca e a sud sino ai canneti del Lago Maggiore di Angera, comprendendo il Lago di Varese e la Palude Brabbia. Sono coinvolti in vario modo, oltre al Parco del Campo dei Fiori, dieci siti della Rete Natura 2000 (l’importante rete delle aree protette europee) e due PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale), la Valle della Bevera e la Cintura Verde di Varese. Il Progetto, pertanto, nasce per dare continuità e completezza agli interventi pianificati e realizzati negli anni sul territorio della provincia di Varese da precedenti esperienze quali il Life TIB, la rete ecologica della Comunità Montana, i due Parchi di Varese, i progetti sviluppati lungo il Fiume Olona.
È previsto un articolato piano della comunicazione che comprende pannelli divulgativi, videoclip, un libro sulla natura prealpina, eventi di sensibilizzazione per i cittadini, educazione ambientale per le scuole e un sito che raccoglie tutte le informazioni utili e la predisposizione di un manuale d’uso per il taglio dei boschi.
Tra i tanti interventi si attua il recupero di aree a pascolo nel Comune di Maccagno con Pino e Veddasca e di prati magri nei Comuni di Varese e Induno Olona, la sradicazione di specie esotiche e piantumazione lungo le sponde della vasca di laminazione del Boesio, il recupero di selve castanili abbandonate nel Parco Campo dei Fiori, la riqualificazione di aree umide nei PLIS Valle della Bevera e Cintura Verde e nell’area del campus dell’Università degli Studi dell’Insubria, il ripristino del Lago effimero di Mustonate, la riqualificazione di un sottoposso per la fauna lungo il Fosso Valle del Fieno nel Comune di Varese, la riqualificazione della ZSC Sabbie d’oro, la destrutturazione dei canneti e interventi complementari nella ZPS “Canneti del Lago Maggiore.
Non da ultimo, viene attuata, con il coinvolgimento degli stakeolder del territorio, una sperimentazione sui servizi ecosistemici, per comprendere cosa e dove sono, a cosa servono, perché sono importanti, chi li deve governare e perché, se sia possibile assegnare loro un valore anche economico.
Il progetto ha l’ambizione di proporsi come un primo tassello attuativo nell’ambito di un quadro progettuale su scala pluriennale condiviso dai principali attori in campo ambientale del territorio provinciale. Si sviluppa quindi su un’area vasta, oltrepassando i confini amministrativi e mettendo in campo una visione di lungo periodo che punti alla tutela e valorizzazione del capitale naturale pedemontano insubrico con le sue eccellenze e peculiarità e alla risoluzione delle criticità inerenti la frammentazione della rete ecologica provinciale allo scopo di restituire al territorio quella continuità ambientale andata perduta o in via di progressiva erosione.
